Scelta di Vite: non aspettatevi e non attendetevi le super etichette blasonate, qua siamo in una piccola cantina di quelle veraci.
Questa è una cantina con tanto cuore e fantasia, ma soprattutto con tanto coraggio.
La tecnologia in cantina ha fatto, per scelta, alcuni passi indietro: fermentazione spontanea, nessuna chiarifica, nessuna filtrazione.
La cantina nasce nel 2019 sui Colli Euganei e la conduce Gianluca, un giovane ed intraprendente vignaiolo, ma il progetto è iniziato molto prima.
Gianluca dopo aver fatto il Liceo e iniziato l’Università, ha pensato di prendersi una seconda maturità a Padova al Duca degli Abruzzi con indirizzo Viticoltura.
Ed è proprio in quegli anni che Gianluca, dopo la maturità, grazie ad una professoressa che conosceva un enologo in Friuli, è andato sul posto per poter imparare e ci è rimasto per circa un anno.
Contemporaneamente agli studi era alla ricerca di un vigneto sui Colli Euganei, e non mi nasconde che non è stata un’ impresa facile.
Dopo tante ricerche alla fine l’ha trovato a Galzignano sul Monte delle Basse, dove erano presenti vigneti molto giovani di circa 25 anni e delle Vigne molto vecchie di 80-90 anni.


In questa vigna l’ex proprietario non faceva vino ma vendeva solo uva, quindi è stato molto faticoso rimetterla in sesto perché ha dovuto ristrutturare tutto.
I vigneti sono a terrazze, dove tutto o nella maggior parte, viene fatto a mano perché il trattore non passa.
Ha dovuto rivoluzionare, rinnovare e rinforzare completamente per portare la vigna che, da prima produceva solo uva da vendere, a uva da far vino.
In vigna si fa uso solo ed esclusivamente di trattamenti naturali, ci sono 126 olivi circondati da quattro ettari di bosco.
Gianluca solo dopo tre anni ha iniziato a ricevere i frutti del suo lavoro e ad avere una vigna molto vitale, ha scelto di fare il naturale non per moda ma perché gli piaceva.
Vi porto una sua affermazione: ” Amo gli Orange Wine e ho capito che, con poco e naturale, posso fare qualcosa di particolare, per me è stata proprio una grande vittoria … Scelta di Vita”.
Produce Glera, Moscato giallo, Moscato Bianco e Cabernet Sauvignon, sono tutti in purezza al 100%.
Gianluca ha un progetto sul Moscato bianco in purezza 😉. Per il prossimo anno ci saranno altre piccole sorprese … non sveliamo nulla !!! 😉
Bottiglie prodotte 1900 e in ognuna di essa c’é la sua storia. Da non perdere di vista questa piccola e fantastica realtà.
Gianluca: I Vini e la loro storia
I Vini

Vino bianco – XM: è la storia di un amore interrotto, arrestatosi bruscamente e prematuramente dopo solo due annate. Si trovava in un luogo privilegiato quel vigneto e godeva di uno dei migliori paesaggi e terroir che i Colli Euganei possono offrire. Quel Vigneto aveva il destino segnato perché produceva poco: secondo il proprietario doveva essere espiantato. Ma a me, l’incrocio Manzoni, ha sempre affascinato e ho pregato il proprietario di non distruggere quel gioiello e di trovare un compromesso per preservarlo almeno per un po’.
Si è giunti ad un accordo e quel piccolo, meraviglioso vigneto poco produttivo fu momentaneamente salvato. Una vinificazione sperimentale per quella varietà: macerazione lunga, suggerite dal profumo intenso dell’uva ancora attaccata alla vigna. Poi una lunga sosta sulle fecce fini, fino all’estate.
Una sola annata, la 2021; poi la successiva. Due vendemmie di grande soddisfazione e sembrava che tutto stesse andando per il meglio. Quel vigneto sembrava salvo e destinato a qualcosa in più dei quindici anni di età che portava egregiamente. Una passeggiata di piacere sul colle più alto, dietro al vigneto, un mese dopo la vendemmia del 2022, mi accorgo che quelle vigne tanto amate non c’erano più … solo i fusti mozzati della parte aerea giacevano in piedi come ordinate colonne spezzate nei cimiteri di guerra.
Era finito l’idillio ed io non l’avevo saputo. Non ne sapevo niente. Un altro pezzo di vite che cadeva sotto ai colpi feroci di varietà economicamente più vantaggiose. Senza preavviso e senza darmi l’opportunità di fare qualcosa, un’ultima volta. Il vigneto oggi è perso, ma resta la sua anima nel vino che ha prodotto: l’ultimo ricordo delle viti storiche del territorio che hanno lottato contro un’omologazione varietale di massa minima che sta dilagando su tutti i nostri colpi distruggendone la diversità.
Vino bianco frizzante – Fondo: Fondo è il risultato della volontà di fare un vino con le bollicine come si faceva una volta: macerazione e rifermentazione in bottiglia con un succo della stesse uve. L’uva protagonista e solista è la Glera, declinata in una versione eclettica e fuori dal comune. Sul nostro territorio il Glera ha per tradizione due destini principali, che tutti conosciamo benissimo.
Volevo un vino estremamente diverso, un fermentato in bottiglia fuori dal coro, che desse una scossa a chi lo beve, ma allo stesso tempo lo facesse riflettere e magari pensare: “Questa non può essere Glera!!!”. Nasce da un mix ponderato di uve provenienti da un vigneto più giovane, piantato nel 1997, e da uno più vecchio, che non si sa quando sia stato effettivamente piantato. Da un paio di racconti di paese siamo arrivati a stimare che abbia tra gli 80 e 90 anni.
Due parcelle di vigneto distinte, due quote altimetriche diverse e due tipi di suolo completamente differenti, vinificati in uvaggio. Quando si è pensato al nome da dare a questo vino, mi trovavo in un periodo in cui mi sembrava che tutto stesse andando storto e continuavo a ripetere incessantemente, sfogandomi in famiglia: ma una botta di c*** mai?
Perdonatemi la franchezza del linguaggio.
Finché un giorno qualcuno stanco del mio lamentarmi ha detto che mettere un vero fondo in etichetta avrebbe portato bene. Detto, fatto! Il Fondo, col fondoschiena in etichetta dal 2019.
Vino bianco – AB IMO Pectore: Quando ho iniziato la mia avventura enoica sui Colli Euganei ed ero alla ricerca del Vigneto, una frase che mi sono sentito dire da tutti, ma proprio da tutti, era questa: ah! E a moscata no Vae niente. Nessuno ea voe.
In breve, mi consigliavano di lasciar perdere i vigneti piantati a Moscato Bianco, considerata di scarso interesse e, quindi, di scarso valore economico. Ammetto che all’inizio di tutto, mi ero lasciato condizionare da questa cantilena che sentivo in continuazione giorno dopo giorno, persona dopo persona.
Il moscato Bianco è forse la nostra vera uva autoctona, se così vogliamo chiamarla. Dimora qui da sempre, ancor prima che ci fossero tracce scritte autorevoli sulla viticoltura Euganea. Come è stato per moltissime altre varietà autoctone è internazionale, il Moscato Bianco ha trovato nella generosità del Terroir Euganeo, una dimora d’eccezione.
Sin dalle prime prove di vinificazione, lo stupore mi ha decisamente assalito: adottando una filosofia di vinificazione completamente opposta a quella tradizionale. L’anima aromatica del Moscato Bianco è uscita allo scoperto senza veli, conquistandomi ed emozionandomi nell’intimo. Da qui la scintilla che mi ha fatto scordare quelle cantilene durate anni che posizionava nell’ombra una delle uvee capostipite dell’energia Euganea.
Ab Imo Pectore è il vino del cuore, il vino che viene dall’animo. Quello che più mi emoziona e che più amo. Un vino schietto, che si spoglia della sovrastruttura e fa conoscere di sé la parte più nascosta, in cui al centro c’è solo e soltanto l’uva.
Vino rosso – Sabotage: Si è soliti dire, talvolta celando una velata incredulità, che non conta quante volte tu cada, ma quante volte tu abbia la forza di rimetterti in piedi. Sabotage è un vino a bottiglia spezzata, ma non ridotta in frantumi.
Un vino che, in 20 mesi di vita, da quando era germoglio a quando è stato vino in bottiglia, ne ha passate di ogni.
Scrivere di lui è come lacerare una cicatrice che si era già chiusa. Un percorso ad ostacoli, che si è chiuso con l’imbottigliamento. Il Cabernet Sauvignon è iniziato quando, ancora germoglio, ha scampato una grossa gelata che ha flagellato la maggior parte dei Vigneti della zona.
Durante l’estate ha superato la furia di due grandinate: una a giugno e una seconda ai primi di settembre. Poi ancora una terza, qualche giorno prima della vendemmia. Abbiamo portato in cantina cinque quintali di uva, miracolosamente salvata dalla furia di questi eventi.
Poi il colpo di grazia: durante la fermentazione si rompe la botte e perdo tutto, tranne le poche vinacce che erano resistite all’interno del serbatoio. Ho pressato quelle vinacce, per salvare il salvabile dopo un’annata che mi aveva privato del 95% dell’intera produzione.
Sabotage è un grido contro il destino che sembra inesorabilmente segnato, e il voler stare dritto in piedi quando tutto ti ordina di abbassarti in ginocchio. Un figlio del riscatto e del non arrendersi mai.

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