Varietà: 016 ASPRINIO – Data di ammissione al Registro: 25/05/1970 Gazzetta ufficiale: G.U. 149 – 17/06/1970
Il nome Asprinio è legato alla sensazione del gusto dato dal vino prodotto, come dice il nome era molto crudo e dissetante d’estate e spesso si faceva riferimento al vino senza mai precisare il vitigno.
E’ un vitigno a bacca bianca autoctono campano diffuso soprattutto nel casertano e nel napoletano.
Le sue origini sono molto antiche e sulla sua provenienza ci sono alcune ipotesi … sembra che deriva da vitigni selvatici addomesticati dagli Etruschi, poi, basandosi a lungo sugli scritti degli ampelografi campani e sulle recenti analisi molecolari, ridurrebbe il vitigno Asprinio un biotipo del Greco.

All’inizio del xx secolo si sarebbe diffuso anche in Puglia sotto il nome di Olivese o Ragusano.
La pianta risale al sistema di allevamento ad alberata ad Olmi o Pioppi, formando una vera e propria barriera vegetale in grado di superare anche i 20 metri di altezza.

La foglia è media, pentagonale, pentalobata. I grappoli sono piccoli e di forma conica-piramidale, media compatezza e muniti di un’ala. Gli acini sono piccoli, rotondi di colore grigio verdastro e ricchi di pruina.
L’Asprinio è sensibile allo iodio e alla peronospora e la sua epoca di maturazione è molto tardiva.
Le caratteristiche del vino sono: vino leggero e di spiccata acidità, poco longevo patendo i primi caldi estivi. La sua natura è la versione spumante, tanto che oggi, l’Asprinio di Aversa è lo spumante del Sud.
La superficie coltivata in Campania è di: 160 ha

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