L’Aglianico è un vitigno introverso: matura tardi, difficile da coltivare e da vinificare, tannini duri che richiedono molto tempo per essere ammorbiditi.
Ma, per chi sa attendere l’Aglianico è un vino dalle forti emozioni.
Molti pensano che sia uno dei discendenti di un vino leggendario … ” Il Falerno”
Varietà: 002 Aglianico – Data di ammissione al registro – 25/05/1970 – Gazzetta Ufficiale: G.U. 149 – 17/06/1970
Uno dei vitigni più importanti del sud, in realtà non sappiamo nulla delle sue origini, potrebbe essere Etrusco o Greco. Potrebbe essere arrivato con i primi coloni Greci che fondarono Cuma. Potrebbe far parte della grande famiglia delle Aminea di cui ci parla Plinio. Essere originario della Spagna e giunto nel regno di Napoli con gli Aragonesi.
Non lo sappiamo, però di certo sappiamo che la prima citazione è stata trovata nel 1500.
Si adatta molto bene ai terreni collinari argillosi, calcari di origine vulcanica. Soffre le alte temperature estive, abbastanza resistente all’oidio, sensibile alla peronospora e ai marciumi del grappolo.
L’Aglianico prima della Filossera, nel XIX secolo era presente in tutto il sud Italia in particolare Campania, Basilicata, Puglia e Molise. Oggi si coltiva soprattutto nelle province di Avellino e Benevento.

Le caratteristiche del vitigno: 🍇grappolo medio e compatto, con foglia pentagonale trilobata. L’acino di forma sferica con buccia spessa e pruinosa e di colore blu/nero. Matura tardivamente tra la metà di ottobre e la prima decade di novembre.

🍷 Vino: è di colore rosso rubino intenso a volte impenetrabile. Al naso intenso è complesso di note fruttate, speziate e leggermente minerale. Il gusto è tannico, sapido e persistente con ricordi speziati.
La sua componente alcolica è di grande spessore. E’ adatto ad un lungo invecchiamento e beneficia dell’affinamento in legno che stempera il suo carattere austero dovuto alla componente Acido/Tannico.
La superficie coltivata è di 7.500 ha

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